Tifosi disperati e in lacrime: se ne è andato per sempre il capitano: altre straziante lutto in Serie A. Ecco tutti i dettagli
Il calcio italiano perde un’altra sua icona. Negli ultimi giorni ci sono stati diversi tristi addii, come ad esempio la morte della leggenda Kurt Hamrin, nelle ultime ore si è spento anche lo storico capitano.
Dunque, ‘l’Uccellino Viola’ – così era soprannominato lo svedese per la velocità e la leggerezza con la quale sgusciava via agli avversari in dribbling e che ha legato il suo nome soprattutto alla Fiorentina diventandone il miglior marcatore all time – è volato via per sempre.
Ma come se non bastassero i tanti lutti che hanno tristemente scandito l’ultimo anno del calcio italiano – oltre ad Hamrin, Gianluca Vialli, Sinisa Mihajlovic, Antonio Juliano e Gigi Riva – anche ‘Er core de Roma’ ha smesso di battere all’età di 88 anni.
Atmosfera surreale all’Olimpico che ha ospitato il Monday night della 23esima giornata di Serie A. La gioia dei tifosi giallorossi per il poker con cui gli uomini di Daniele De Rossi – alla sua terza vittoria consecutiva da quando ha sostituito in panchina l’esonerato José Mourinho – hanno liquidato la pratica Cagliari dell’ex Claudio Ranieri è stata stemperata dalla mestizia per la ferale notizia arrivata il giorno prima del fischio d’inizio.
Tutto il mondo giallorosso piange Giacomo Losi, storico capitano della ‘Magica’ che si è spento all’età di 88 anni. “Er core de Roma“, come era soprannominato per il suo attaccamento alla maglia e per la generosità in campo, è un simbolo del club capitolino di cui ha vestito i colori per 15 stagioni collezionando 386 partite – terzo nella classifica all time delle presenze con il club giallorosso, dietro solo a Francesco Totti e a Daniele De Rossi – e alzando al cielo due Coppe Italia e la Coppa delle Fiere tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Nato a Soncino, in provincia di Cremona, dopo l’esperienza con i grigiorossi suoi concittadini in Serie C, Giacomo Losi nel 1953 si trasferisce all’ombra del Cupolone: esordisce contro l’Inter e conquista la titolarità nel 1955 collezionando, in 15 stagioni, fino al 1969, 299 presenze da capitano, sulle 386 totali, ricevendo una sola sanzione disciplinare (un’ammonizione proprio all’ultimo match).
Nella stagione1968-1969 viene relegato ai margini da Helenio Herrera, approdato sulla panchina romanista nell’estate del 1968, motivo per il quale a fine annata toglie il disturbo per chiudere nella Tevere Roma, in Serie D, la carriera da calciatore – durante la quale raccoglie anche 11 gettoni di presenza con la Nazionale maggiore – con nel cuore sempre e soltanto i colori della Roma con la quale, come sottolineato dall’As Roma nel suo messaggio di cordoglio postato sul ‘X’, fu amore a prima vista: “𝐴𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑎 𝑅𝑜𝑚𝑎, 𝑚𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖𝑛𝑛𝑎𝑚𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜”. Ci hai sempre amato, ti abbiamo sempre amato. Ciao Capitano, sarai nel nostro cuore per sempre”.
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