“Stavo morendo”. Il racconto scioccante di un protagonista assoluto della storia della Juventus. Parole che raccontano il periodo più buio.
Un’intervista, domande a cui cercare di dare una risposta. Perché questa volta non si deve commentare una partita, un risultato, una parata riuscita o un’uscita fuori tempo. Bensì provare a cercare di dare una risposta che faccia comprendere, minimamente, ciò che si è vissuto nel momento più difficile di un’intera vita.
Nato a Perugia, classe 1957, Stefano Tacconi ha vissuto il suo decennio magico indossando la maglia della Juventus. Ad oggi è ancora l’unico portiere ad aver vinto tutte e cinque le competizioni UEFA dedicate ai club a cavallo tra gli anni’80 e ’90. E un soprannome che diceva tutto: Tarzan.
Perché Stefano Tacconi volava da un palo all’altro, come Tarzan attraversava la giungla volando da una liana all’altra. Un fisico possente e quel senso di onnipotenza e di inattaccabilità a qualsiasi forma di dolore o di malattia. Ma la malattia ha colpito anche ‘Tarzan‘ Stefano Tacconi.
Una mattina, apparentemente come tutte le altre, che però ha cambiato la sua vita. E’ il 23 aprile 2022, un malore in auto, la corsa in ospedale e la terribile diagnosi: aneurisma cerebrale. Condizioni critiche, quasi drammatiche. Un’operazione, poi un’altra. Interventi complessi e delicati. Poi la lunga riabilitazione.
“Stavo morendo”, la gioia dopo la paura
Un’intervista ed il tentativo di raccontare, di provare a far comprendere cosa sia la paura ma, anche e soprattutto, la feroce determinazione di non darla vinta alla malattia. Perché lui è sempre ‘Tarzan‘ Stefano Tacconi.
“Ero in macchina con mio figlio Andrea. Mi sono sentito male. Stavo per morire. Lui mi ha salvato“, queste le sue drammatiche parole riportate da ilgiornale.it. Una caduta che avrebbe schiantato chiunque, ma non ‘Tarzan’ Tacconi. Ore, giorni, settimane, mesi passati in palestra per una lunghissima, durissima riabilitazione.
Accanto alla determinazione di non mollare di un millimetro la sua splendida e numerosa famiglia, capitanata da Laura, sua moglie, madre dei suoi quattro figli. Capitanati, a loro volta, da Andrea, che periodicamente aggiornava sui social le condizioni del suo amatissimo papà. Post sempre più piacevoli da leggere, così come gli occhi di Stefano Tacconi che, pian piano, riprendevano a splendere.
Pian piano la vita ricomincia a prendere sembianze normali, e quelle sfumature di colori che la rendono unica. Il Natale passato in famiglia, le stampelle messe da parte. In ospedale, nei momenti più difficili, quando il morale andava un po’ troppo giù, Tacconi ha raccontato che rivedeva le partite della sua Juventus, quando i bianconeri, con ‘Tarzan’ in porta, vincevano tutto.
Adesso la riabilitazione prosegue perché prosegue il pieno ritorno alla vita. Alla vita normale, quella più bella da vivere. E se anche la Juve ricominciasse a vincere…